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SECONDO 4l5 al tempo in cui ne parli, e vedremo che di essa giovossi Agostino Patrizi nell’opera che sullo stesso concilio alcuni anni appresso ci diede. Finalmente Paolo Cortese racconta (De Cardinal. l. 1, p- 39) di aver udito da suo fratello Alessandro, che il Capranica avea scritto un libro intorno alla maniera di amministrare il pontificato , il quale era poi stato compito da Flavio Pantagato di lui nipote.

XIII. A questi e ad altri cardinali italiani che intervennero a’ concilj di Basilea e di Firenze, e vi diedero illustri pruove del lor sapere , molti vescovi ancora potrei io qui aggiugnere, che ivi fecero parimente luminosa comparsa. Ma di due de’ più famosi tra essi, cioè di Pietro dal Monte vescovo di Brescia e di Niccolò Tedeschi arcivescovo di Palermo, sarà luogo più opportuno a parlare, ove tratteremo de’ canonisti. Qui non vuolsi tacere di Alessio da Seregno dell’Ordine de’ Minori, così detto probabilmente dal borgo di questo nome nella diocesi di Milano. La pietà e la dottrina di cui era dotato, il condussero prima al vescovado di Bobbio nel 1405 (Poggiali, Stor. di Piac. t. 8, p. y5), e poscia a quello di Gap in Provenza, e finalmente a quello di Piacenza nel 1411 (ib. p. 127). Ei resse questa chiesa per molti anni, ed ebbe occasione di dar pruova del suo sapere nel rigettare l’errore di un imprudente e fanatico religioso che, salito in pulpito in quella città, avea affermato già da tre anni esser nato in Babilonia 1'Anticristo, e avea con ciò costernati gli animi de’' cittadini (ib. p. 229). Maggior campo gli si aprì nel concilio