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\ \ i.iBno pontefice Eugenio IV, e die hi morte avesse troncati i disegni da lui formati. Il che però non fu forse che un maligno sospetto, facile a concepirsi in un tempo in cui il caldo de’ contrarj partiti facea temer di ogni cosa.

X. Più altri cardinali italiani intervennero al concilio di Basilea, e poscia passarono a quel di Ferrara. Io mi ristringo a dir di tre soli che sopra gli altri fecero luminosa comparsa in quelle grandi assemblee (giacchè del Cardinal Branda da Castiglione, che pur v’intervenne , dovrem ragionare altrove), cioè del B. cardinale Niccolò Albergati J del Cardinal Giuliano Cesarmi , e del Cardinal Domenico de Capranica, dei quali ancora parlerò assai brevemente, poichè delle loro azioni son piene le storie tutte di que’ tempi. Il primo di essi, onor singolare di Bologna sua patria, della nobilissima sua famiglia, e della religione de’ Certosini, a cui in olii di trentanni arrolossi, era nato nel 1375. Dopo aver date pruove di non ordinaria virtù nel suo Ordine, e dopo avervi sostenute ragguardevoli cariche, nel 1417 fu eletto vescovo di Bologna. Inviato l'anno 1422 dal pontefice Martino V in Francia per procurare la pace tra quel re e quel d' Inghilterra, ebbe dallo stesso pontefice quattro anni appresso il cappello di cardinale. Eugenio IV, successor di Martino, lo impiegò egli pure in legazioni e in affari di non lieve importanza. E quando egli l’anno 1434 si riunì col concilio di Basilea, destinò il Cardinal Albergati a presiedervi in suo nome. Ma i Padri di quel concilio, che erano risoluti di abbassare l’autorità pontificia,