tutti coloro che voleano ottener nome d'uomini ciotti. E se pure ad alcuni piacevano più gravi studi, la filosofia platonica e l’aristotelica, e la civile e la sacra giurisprudenza parean loro più opportune, che non le quistioni teologiche, ad acquistare gran fama. Non mancaron nondimeno all’Italia illustri scrittori anche in questa materia , e io ne potrei schierare
innanzi un gran numero, se mi fossi prefisso
di fare un1 esatta biblioteca di tutti coloro che
ci lasciarono qualche libro di argomento teologico. Ma già mi son dichiarato più volte, che
non intendo di ragionare se non de’ più celebri,
e sol quanto basta a dare una giusta idea dello
stato in cui eran cotali studj in Italia. E mi
sia lecito il cominciare da uno che benchè non
fosse italiano di nascita, all’Italia però dovette
gli eccelsi gradi di onore a cui colf indefesso
studio pervenne, e all’Italia singolarmente ne
fece provare i frutti, cioè dal pontefice Alessandro V, detto prima Pietro Filargo da Cundia f).
(¥) L’elogio che qui ho fatto del pontefice Alessandro V, greco di nascita, ma venuto giovinetto in Italia, e vissuto quasi sempre tra noi, ha data occasione
al signor abate Lampillas (par. 2, t. 1. p. 97 , ec.)
di rimproverarmi che per somigliante ragione io dovi a
nella mia Storia dar luogo al Cardinal Giovanni Torquemada, o Turrecremata, che fu chiamato a Roma
in età di olire a quarantanni, al cardinale Antonio Cerdano e al Cardinal Giovanni Carvaial, e ad alcuni
altri che in età avanzata vennero in Italia , e sopra
tutti al grande, secondo lui. Alfonso Tostato, che vi
fu per pochissimo tempo. Ognuno vede la foizu diIfargomento a cui io uon ho che rispondere.