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3^4 LIBRO così in questo come nel secondo viaggio, parla comunemente nel numero del più; andammo, approdammo , ec., sfuggendo quasi di essere considerato come il solo arbitro e direttor di quel viaggio. Solo nella lettera in cui a Lorenzo di Pier Francesco de’ Medici descrive particolarmente il secondo suo viaggio, pare che se ne faccia principal condottiero: per commissione dell’Altezza di questi Re di Spagna mi partii con due caravelle a’ xv ni dì maggio del 1499 per andare ad iscoprire , ec. (ib p. 63). Ma in niun luogo ei fa menzione nè dell Ojeda nè del la Cosa, come sembra che un sincero scrittore avrebbe dovuto. Che dobbiam dunque noi credere in sì grande diversità di racconti? A me par verisimile che il Vespucci non fosse nella navigazione che semplice passeggero e interessato nell’armamento e nel traffico; ma che la perizia, per que’ tempi non ordinaria, ch’egli avea nell’astronomia, come le sue relazioni medesime ci manifestano, lo rendessero utile al capitano e a’ nocchieri, e che però salisse a molta stima tra essi. Ciò mi si rende probabile, in primo luogo, dalla maniera con cui parla di lui Pietro Martire d’Anghiera, il quale non lo nomina tra gli scopritori dell1 America, ma come uomo perito nell’astronomia e nella cosmografia; e ne rammenta soltanto i viaggi fatti per ordine del re di Portogallo, dei quali diremo tra poco. In secondo luogo, io rifletto che, come narrasi dagli autori della Storia de’ Viaggi sull’autorità dell’Herrera, (l. cit. p. 41 a) l’anno 1507 fu il Vespucci destinato a risiedere in Siviglia, affm di segnare le strade che tener