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22 LIBRO successore, venne due volte a Roma , ma sempre pacifico 5 la prima nel 1452 per ricevere la corona imperiale , la seconda nell' anno i/j(38 per sua divozione; e non altra memoria lasciò di se stesso all’Italia che molti esempj di singolare pietà, e infinite patenti di conte, di cavaliero, di dottore, di poeta da lui concedute. Massimiliano di lui figliuolo, da lui fatto eleggere re de’ Romani l’anno 1486, gli succedette l’anno 14f)3 , ed ebbe parte nell’ultime guerre di questo secolo, essendo sceso in Italia l’anno 14f)6 in soccorso del Moro. Ma egli ancora vi ebbe poco felici successi, e fra pochi mesi gli convenne tornarsene in Allemagna.

X. Io non ho fatta menzione di più altre famiglie che ebbero di questi tempi signoria in Italia , singolarmente nello Stato ecclesiastico, perchè breve il tempo e angusto di limiti fu il lor dominio. Tali furono i Canedoli e i Bentivogli in Bologna, i Manfredi in Faenza, gli Ordelaffi in Forlì, i Malatesta in Rimini, in Cesena e altrove, i Varani in Camerino, gli Sforza in Pesaro, e più altri. Solo non dee passarsi sotto silenzio la famiglia de’ duchi d’Urbino per F onorevol menzione che spesso dovrem fare di essi nel corso di questa Storia. Dell’origin di essa si può vedere ciò che eruditamente scrive nella recente sua opera della Zecca di Gubbio e delle geste de’ Conti e Duchi d’Urbino il ch. proposto Rinaldo Reposati. Essi discendeano dall’antica famiglia de’ conti di Montefeltro, di cui fu quel Guido da noi mentovato più volte nel quarto tomo di questa Storia. Nel XIII e nel xiv secolo ottenner più