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XI. Ma innanzi di stabilire se più autorevoli sieno i monumenti pe’ Genovesi prodotti dal Salinerio, o que’ pubblicati dal Campi pe’ Piacentini , veggiam qual sia il sentimento degli scrittori o contemporanei, o vicini al Colombo. Bartolommeo Senarega ne’ suoi Annali di Genova, nei quali scrive le cose da lui stesso vedute dal 1448 fino al 1514? chiaramente afferma che Cristoforo era nato in Genova da un tessitore (Script. rer. ital. vol. 24 p. 535): Cristophorus et Bartholomaeus Columbi fratres Genuae plebeiis parentibus orti, et Lanificii mercede vie tifa nint; nani pater textor, carmiuntore s filii ali quando fuenuit. Lo stesso racconta Antonio Gallo, genovese egli pure e scrittore di que’ medesimi tempi , di cui il Muratori ha pubblicato un opuscolo intorno alle navigazioni del Colombo (ib. vol. 23, p. 301). Questo però, se se ne traggono pochissime linee, è lo stessissimo tratto che si legge negli Annali del Senarega) ed essendo questi due autori vissuti al tempo medesimo, è difficile a diffinire chi di essi si sia giovato dell’altrui fatica. Aggiungansi a questi e Uberto Foglietta (in Elog. Ill Ligur.) e Agostino Giustiniani (Stor. di Gen. ad un. 14i)3) essi ancora contemporanei al Colombo, e genovesi di patria, i quali accennano ancora il testamento di Cristoforo, in cui lascia al Banco di S. Giorgio di Genova la decima parte della sua entrata, benchè ciò non sia stato condotto mai ad effetto. Ma questo testamento sembra al canonico Campi (l. cit. p. 227) assai dubbioso, per non dire supposto, e non so veramente