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primo 3ai disegno. Antonio Galateo, di cui direni tra gli storici , scriveva allora il suo opuscolo de Sita Elementorum, in cui, Ira le altre cose, va di,piali ha pubblicato un Saggio il sig. Vincenzo Formaleoni al fine de’ tomi VI e XX della Storia gencr. de‘ E/aggi) « e quelle di un Genovese, che si conservano nella real biblioteca di Parma, perciocchè le une e le altre appartengono al i (36, e di e^sc pure ci verrà occasione di parlare. Della carte di Grazioso Benincasa conservasi un’altra copia più antica di quella di \ irmi.*, cioè del 14*t i , in S. Michel di Murano (ivi Append. al t. 20, n. a6, re.) *». Quattordici altre più recenti trovansi nella suddetta imperial biblioteca intitolate: Diegi ho in e ni Cosmographi opus 1561. E finalmente altre di Jnan Mar linei tn Messina an. 15'4 Ma pregevole è singolarmente la mappa cosmografica che or conservasi nella suddetta real biblioteca di Parma per dono ad essa fatto dal eh. P. Paciaudi, il quale pure aveala avuta in dono dall’erudito sig. Girolamo Zanetti. Questi è stato il pr.mo a darcene la descrizione t. Orig. di alcune arti presso i Venez. p. 46, ec.). Ella è lavorata assai diligentemente a penna, e ornata di miniature, ed è quadrata in pergamena di circa due braccia per ogni lato. In una annotazione in caratteri rossi, che vedesi alla metà di uno de’ quattro lati, si legge: MCCCLXVII. Hoc opus composuit Franciscus pizigano Venetiarum et dominicus pizigano. In Venexia me fecit Marcus a die xii decembris. Siegue egli poscia descrivendo esattamente come in esse sieno segnati i venti, e quelle che da’ marinai chiamansi rose, certi numeri che sembrano indicare i gradi, le città, gli ancoraggi, i porti, gli scogli, e dando diversi saggi delle pitture che adornan le mappe, e delle note che conforme all‘ erudizion di qne’ tempi vi aggiunsero i delineatori di essa. A me basta l’averne qui dato un cenno, per confermar sempre p.ìi ciò che ho asserito, che gT Italiani ebbero non picciol.l parte nel promuover la navigazione, e nelF aprire la strada alto scoprimento di nuove proviucie. TIMBOSCHI, Voi. VII. 21