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3o8 LIBRO stolo Zeno, che avea veduto un tal codice nella libreria di Lorenzo Patarolo, accuratamente ce lo descrive: Difficilmente, dice egli (l. c.p. i j3), potrebbe rinvenirsene un altro di tale argomento meglio conservato, e più accuratamente scritto di questo, che è in foglio, tutto in carta pecora, con bellissime miniature. , e con eccellenti disegni , i quali rappresentano le antichità di Roma e di altre Città, massimamente d’Italia, (Gli stessi caratteri delle Iscrizioni, tutti capitali e Romani e Greci, sono distinti qual d oro, qual di rosso, daltri colori. Egli ne ha ancor pubblicata la lettera dedicatoria che il Marcanuova vi premise a Malatesta Novello signor di Cesena, scritta in Bologna nel 1465. E in essa veramente non si vanta già egli di aver intrapresi più viaggi affin di raccogliere cotai iscrizioni, ma dice solo di averle in un sol corpo unite: omnia enim epigrammata, quae per universum terrarum orbem variis dispersa locis passim reperiebantur, undique conquisita in unum redegi volumen. E infatti osserva il marchese Maffei (l. c. p. 190) che il Marcanuova recando una certa iscrizione di Verona , dice Amphitheatro nostro , copiando ciò dal Feliciano, e non avvertendo che a lui non ben conveniva quell’espressione. Questo bel codice fu da lui posto nella libreria de’ Canonici regolari di S. Giovanni in Verdara in Padova, la quale, secondo il Pignoria (Symbolae. epist. n. 3), fu da lui stesso formata e arricchita non solo di molti codici, parecchi de’ quali vi si conservan tuttora, ma di antiche medaglie ancora e di altri monumenti da lui raccolti.