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PRIMO 21)9 deluso da questo frate, il quale, tornando da Grecia, nulla aveagli dato di ciò che promesso gli avea, e invece aveane fatto de’ doni a chi più gli era piaciuto, e singolarmente a Cosimo de’ Medici (Op. p. 329, ep. ad Andreol. Gjustin.). Due lettere da Leonardo aretino scritte allo stesso Niccoli (l. 3, ep. 9; l. 4, ep. 3), nelle # quali gli descrive le antichità vedute in Rimini e nel suo viaggio a Costanza, ci mostrano ch’egli ancora dilettavasi molto di tali ricerche. Di esse ancora compiacevasi assai Ambrogio camaldolese, come ricavasi da due lettere ch’egli scrisse al Niccoli medesimo (l. 8^, ep. 38, 48), nelle quali ragiona delle ricerche che pel Niccoli facea nella Sori a il suddetto f Francesco da Pistoja, e di alcune belle antichità el11 egli vedute avea in Venezia. Abbiamo inoltre poc’anzi veduto che gran copia di antiche medaglie vide Ciriaco presso Gian Lucido Gonzaga figliuolo del marchese di Mantova.

XII. Lorenzo de’ Medici sopra 11110111 ato il Magnifico in questo ancora diede a conoscere (fin dove possa arrivare un lusso veramente regale. Niccolò Valori, nella Vita che di lui ha scritto, racconta (p. 17) che tanto egli era amante dell’antichità, che niuna cosa avea più cara; che avendo desiderata lungo tempo un’immagine di Platone, e avendone da Girolamo Roscio pistojese avuta una , che diceasi trovata fra le rovine della scuola di questo filosofo, ne tripudiò d’allegrezza; che chiunque volea recargli piacere, altro non avea a fare che offerirgli qualche medaglia, o altro simile monumento