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21)8 libro indirizza il suo Itinerario, c confessa di esser molto tenuto alla liberalità con cui egli assistevalo. In fatti, a’ tempi di questo gran protettore de’ letterati, veggi amo che si accese tra’ Fiorentini singolarmente non ordinario fervore nel ricercare e nel raccogliere ogni sorta d’antichità. Di Niccolò Niccoli dice Foggio nell' orazion funebre che ne recitò nelf esequie, che avea la casa piena di statue e di quadri antichi, e una serie copiosissima di monete e di medaglie fino da’ primi tempi (Op. p. u’ jG ed. Basil. 1538). Il medesimo Poggio era instancabile nel ricercare di tai monumenti, e l’abate Mehus ne reca parecchie lettere (l. cit. p. 52), nelle quali ben mostra quanto fosse in ciò trasportato; Io ho una camera, scrive al suddetto Niccoli, piena di teste di marmo, una delle quali è bella ed intera; ad alcune altre manca il naso, ma pure esse ancora debbon piacere a un valente artefice. In altre lettere parla dei viaggi che perciò avea fatti ad Arpino, a Ferentino, a Tivoli, a Frascati, a Monte Casino ed altrove, e delle statue e delle iscrizioni che aveane seco recate, per arricchirne una sua villa; e spiega a Niccolò Niccoli il suo giubilo, perchè un certo maestro f Francesco da Pistoja, spedito dal pontefice in Grecia, aveagli scritto di aver fatto acquisto per lui di tre teste di marmo, che diceansi lavoro di Prassitele e di Policleto; e che inoltre sperava di poter ancor comperare alcune statue di un Calogero, il quale cento ne avea trovate dentro una spelonca. Ma non pare che il Mehus abbia avvertito che Poggio amaramente poscia si dolse di essere stalo