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PRIMO 21)1 successo un viaggiatore moderno, di avere scoperto. Nel che però il Filelfo non si lasciò sì buonamente sedurre, come altri ha fatto. Da questa lettera non raccogliamo ove allora fosse Ciriaco. Ma nel 1449) il troviamo in Ferrara. Ne dobbiam la notizia al codice trivigiano, in cui leggesi la descrizione (p. 157, ec.) di un bellissimo quadro che il marchese Lionello gli avea mostrato nel suo palazzo di Belfiore, e un organo di ammirabil lavoro, opera di Costantino Fantino modenese; il quale tanto piacque a Ciriaco, che ornar lo volle di alcuni epigrammi , e di questo fra gli altri: Organa Pierides nova miro cernite cantu , Quae Constantinus alter Apollo dedit. Stirpis Fantina vi min Mutinensis contulit; atque Hic honor hujus (sic) artis et ingenii. Dopo questo viaggio, io non trovo più menzion di Ciriaco, ed è probabile che non molto dopo ei morisse. Certo egli era morto già da alcuni anni nel 1457 Perciocchè un certo Antonio di Leonardo veneziano, in una sua lettera a Felice Feliciano scritta nel detto anno, ed esistente nel codice trivigiano (p. 198 versa), così gli dice: Multa in his literis de Kiriaco nostro Anconitano se ribis, qui utinam viveret! Nam superioribus annis vitae suae finem fecit. È certo inoltre el11 egli morì in Cremona, forse nell’atto di intraprendere qualche altro viaggio per la Lombardia. Ciò è stato provato dall’abate Mehus (Vita Ambr. camald p. 4*4) j colf autorità dell1 epitafio che ne compose Maffeo Vegio. E ad esso io posso aggiugnerne un altro