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PRIMO 28l dalla patria. Al contrario, lo Scalamonti racconta che salito in Sicilia su alcune navi anconitane armate contro certi corsari della città stessa , che infestavan que’ mari, non avendo quelle potuto ottenere il lor fine, tornò colle stesse ad Ancona; e con ciò finisce la Vita di Ciriaco, scritta dal suddetto autore. Ed è certo che Ciriaco nel settembre del 1435 era in questa città , e ne abbiamo in pruova il racconto da lui stesso disteso della battaglia navale che a’ 5 d’agosto di quell1 anno medesimo seguì presso f isola Ponza, e in cui il re Alfonso fu fatto prigione da’ Genovesi. Questo opuscolo di Ciriaco trovasi nel codice trevigiano , dopo la Vita finor mentovata , e in esso si parla di quella battaglia , come accaduta di fresco , e alfine si legge: exactum Anconi Idib. Septemb. Dobbiam dunque attenerci al racconto dello Scalamonti, e credere che Ciriaco , tornato dalla Sicilia nel regno di Napoli, si restituisse ad Ancona nel 1435, ed ivi qualche tempo si trattenesse. E veramente a provare quanto sia. disordinato l1 Itinerario di Ciriaco pubblicato in Firenze, mi basti recarne un sol passo, ove egli parla della sua gita in Ferrara, la quale, secondo la serie ivi seguita, dovrebbe fissarsi all1 anno 1435 , o al seguente. Fra i personaggi eh1 ei dice di aver ivi trovati, nomina (p. 31) Lodovico marchese di Saluzzo, e gli ambasciadori de’ Veneziani, de’ Fiorentini e del duca di Milano, cioè Fantino Micheli e Prosdocimo Conti pe’ primi, Palla Strozzi pe’ secondi, e il vescovo di Como, cioè Gherardo Landriani, che fu poi cardinale, per