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PRIMO 379 Cado il’Arezzo , con Francesco Filelfo, elicivi allora teneva scuola , come vedremo, e singolarmente con Niccolò Niccoli (morto al principio del 1437)di cui celebra con somme lodi!la vastissima erudizione e l’instancabile diligenza nel raccogliere libri. Accenna ancora le più pregevoli cose che ivi vide Ciriaco, la biblioteca del suddetto Niccoli , le medaglie ed altre antichità vedute nel palagio di Cosimo, i bei lavori in marmo e in bronzo di Donatello e di un certo Nencio, i famosi libri delle Pandette, la libreria della Certosa, e finalmente le antiche mura di Fiesole. Da Firenze passato a Bologna, venne a Modena, ove alla cortesia del vescovo Scipione attribuisce I’ aver Ciriaco vedute molte iscrizioni che vi si conservano, alcune delle quali ha a questo luogo inserite lo Scalamonti. L’Ughelli Ital. Sacra, t. 2 in Episc. Mutin.) fissa nel 1436 l’elezione a questo vescovado di Scipione Mainenti, e a confutare il Sillingardi, che afferma che Carlo Bojardo di lui antecessore morì nel 1431 , reca gli Atti del Concilio di Firenze del 1439), in cui il Bojardo è sottoscritto: Carolus Episcopus olim Mutinensis. Ma ciò pruova bensì che quel vescovo viveva ancora; non prnova el11 egli avesse rinunciato sol nel 143(; e questo passo della vita di Ciriaco ci fa vedere che se il Sillingardi errò nel creder morto il Bojardo nel 1431 , non s’ingannò probabilmente nel dargli in quell1 anno a successore il Mainenti. Da Modena passò Ciriaco a Reggio, a Parma e a Piacenza; indi veduta Pavia, ove trovò Antonio Panormita , giunse a Milano, ove fu cortesemente accollo