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II78 LIBRO improvvisamente a Milano, poscia con salto nulla minore a Napoli, indi in Sicilia. Di là tornato al regno di Napoli, passa nella Marca d’ Yncona, di là a Ravenna , a Bologna, a Modena, a Mantova, a Verona, a Padova, quindi a Ferrara , a Venezia, ad Adria, e finalmente ritorna ad Ancona. Ma assai diversa è la descrizione che ne abbiamo presso lo Scalamonti. Ed io ben so che maggior fede è dovuta a un racconto che sia disteso da quel medesimo che ne è il soggetto, che non a quello di uno straniero. Ma poichè la relazione dello Scalamonti è assai meglio ordinata che quella dell’Itinerario di Ciriaco , e in questo s’incontran più co.se che difficilmente ammettono spiegazione, rimane a dire che il codice da cui esso’ fu tratto, sia stato guasto da qualche ignorante copista , il quale abbia cuciti insieme alla peggio diversi pezzi delle memorie di Ciriaco.) laddove lo Scalamonti ci assicura, come abbiamo veduto, di aver tratta ogni cosa dalle lettere e dalla bocca medesima di Ciriaco e de’ parenti di esso, e perciò dee riceversi ciò eh1 ci ci racconta , come appoggiato ad ottimi fondamenti. Nan a egli adunque che Ciriaco, risoluto di continuare le sue ricerche, partì da Roma, e andossene a Pisa , e osservatene le antichità, passò a Firenze. Ivi descrive lo Scalamonti, quanto piacere provasse Ciriaco nel conversare con Cosimo de’ Medici (il quale essendo stato esiliato nel settembre di quest’anno medesimo 1433, dovette perciò Ciriaco recarsi a Firenze innanzi a quel tempo), con Niccolò di Uzzano, con Palla Strozzi, con Leonardo c