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2^2 LIBRO da Urbino; ma alfine il1 intender meglio la Commedia di Dante, volle studiare il sesto libro dell’Eneide, e si pose perciò sotto la direzione di Tommaso da Camerino , detto ancor Seneca, celebre gramatico di quei tempi, che teneva allora pubblica scuola in Ancona. Essi patteggiarono insieme, che il maestro spiegar dovesse allo scolaro Virgilio, e lo scolaro al maestro dovesse leggere Dante. Ma innanzi di compiere questo vicendevole magistero, Tommaso abbandonò Ancona e Ciriaco; e questi, trovatosi senza guida, con tal impegno continuò in quello studio, che non solo giunse ad intendere per se stesso Virgilio, e a possedere la lingua latina , ma avendo da Virgilio appreso a conoscere Omero , se ne invaghì!, e formò fin da allora risoluzione d’imparare ancora la greca. Quindi a ragione Carlo Aretino in un suo Epigramma riferito, dopo altri, dal conte Mazzucchelli, loda Ciriaco, perchè senza l’aiuto d1 alcun maestro era divenuto uom dotto; ne è vero ciò che il Cardinal Furietti ha affermato (praef. ad Barzizior. Op. p. 16), el11 ei fosse scolaro di Francesco Filelfo. Il Cardinal Condolmieri partì da Ancona per recarsi a Bologna, ove era stato destinato legato, l’anno 1423, e vi entrò a’ 16 di agosto (Script. rer. ital. vol. 18, p. 613). Ciriaco allora si dimise dall1 impiego da lui addossatogli, per abbandonarsi tutto agli studj. E questa è veramente l’epoca del rivolgersi ch’egli fece con grandissimo ardore a ricercare le antichità.

V. Si avvenne egli a vedere in Ancona gli avanzi del bel monumento innalzato a Traiano