Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 1, Classici italiani, 1824, VII.djvu/251

trimo a35 me perciò è indifferente se Magonza, o Harlem, o Strasburgo ne debba esser considerata come la patria. Le opere del Maittaire, del Chevillier. del la Caille, del Marcitami, del p. Orlandi , del Fournier, dello Schoepflin , del Meermann , e di altri potranno in ciò istruire chi brama deciderne. « Io ancora, in una dissertazione sull1 origine della stampa, inserita nel Prodromo della nuova Enciclopedia italiana stampato in Siena nel 1779, ho procurato di illustrare, quanto mi è stato possibile, questo argomento, e di provare con incontrastabili documenti che i primi tentativi dell’arte furon fatti a Strasburgo, e che essa poscia si perfezionò in Magonza. Il che mi basti l1 aver qui accennato, perciocchè ciò non appartiene al mio argomento ♦ (a). Io debbo solo cercare quando e da chi essa portata fosse in Italia.

XXVIII. Che r invenzion della stampa passasse dall1 Allemagna in Italia, prima cbe in qualunque altra provincia, è cosa di cui niuno (a) Nella prima edizione io mi lasciai abbagliare e sedurre dalle apparenti ragioni che il Meermann nelle sue Origini tipografiche, stampate all’Aia nel 1765, avea prodotto a provare che a Lorenzo Costero da Harlem doveasi l’invenzione della stampa, e che da Harlem essa era poscia passata a Magonza. Ma un più attento esame, e la lettura delle osservazioni da alcuni eruditi fatte su quella per altro pregevolissima opera, mi hanno poi fatto cambiar sentimento, come si può vedere nella mia sopraccennata dissertazione. Intorno a questo argomento merita di esser letta la bella ed eruditissima opera di M. Mercier abate di S. Leger intitolata Supplement à C Histoire de l’Imprimerle de Vrosper Marchand, stampata a Parigi nel 1775.