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a3o LIBRO Venezia presso un certo Paolo medico e presso Francesco Barbaro, e i codici vagamente ornati e scritti con eleganza, che presso di sè avea Giovanni Cornaro (l.8, ep. 45); racconta che avendo udito che in Trevigi era un insigne biblioteca , colà andossene per vederla, ma che non vi rinvenne cosa di gran valore (ih. i’ p. 48 47); in Padova rammenta come le più ragguardevoli quelle de’ Predicatori e de’ Minori (ib. ep. 48)5 descrive i codici trovati in Mantova presso \ inorino 'da Feltre (ib. ep. 50, 51), e que’ veduti in Ravenna nella biblioteca di quella metropolitana (ib. cp. 5a)5 e come egli si mostra viaggiatore erudito che osserva ed esamina attentamente tutto ciò che a letterature appartiene, così questo viaggio è un’onorevole e sicura testimonianza del fervore con cui in Italia si coltivavan gli studj, poichè non v’era città in cui non si trovasse qualche biblioteca. Anche in S. Gimignano, borgo della Toscana, si vide in questo secolo sorgere una scelta biblioteca. Mattia Lupi ne fu l’autore, come pruova l’ab. Mehus (Vita Ambr. camald. p. 379) coll’autorità dell’Orazion funebre in onor di lui reci tata 5 nella quale, fra le altre lodi di Mattia, si dice ch’egli lasciò quel Pubblico erede della sua ornatissima e copiosissima biblioteca. Questa, come avverte il medesimo ab. Mehus, fu poscia nel secol seguente unita da Cosimo de’ Medici alla Laurenziana. Anche Girolamo Agliotti, abate benedettino, aveva in animo, come scriveva al Poggio (l. 4, ep 5), di formare nel suo monastero di Arezzo una biblioteca, in cui fosser raccolti i libri e gli opuscoli tutti dati