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2 I \ LIBRO accennato, ne confidò la cura a Bartolommeo Platina, di cui altrove ragioneremo. I suddetti Assemani ci han data la serie, che altre volte abbiam mentovata, dei bibliotecarj della santa sede. E in questo secolo, oltre f. Pietro Assalbiti francese, che per lunghissimo tempo ebbe tal carica, e morì nel 1440 annoverano l.c. p. 60) F. Ridolfo da Città di Castello vescovo della stessa città, e bibliotecario di Eugenio IV? di Callisto III, di Niccolò V e di Pio II dal 1440 fino al 1460, e F. Giovanni de’ Gianderoni sanese, vescovo prima della città medesima, e poscia di Massa in Toscana, che ebbe la medesima carica insieme con quelle di sagrista e di confessore dal 1460 fino al Questi tre religiosi eran dell’Ordine di S. Agostino, a cui il pontefice Giovanni XXII avea accordato il privilegio delle tre cariche mentovate. Paolo II lo annullò dopo la morte del suddetto Giovanni, e Alessandro VI lo concedette di nuovo al medesimo Ordine, ma sol per la carica di sagrista. Da Sisto IV adunque nel 1472 fu nominato suo bibliotecario Giovanni Andrea (che per errore chiamasi dagli Assemani Giovanni Antonio) de’ Bussi vescovo di Aleria, di cui dovrem poscia parlare in questo capo medesimo (*). Al vescovo d’Aleria succedette nel 147^ (*) Alcuni errori degni di correzione mi ha qui indicati l’altre volte lodato P. lettor Tommaso Verani. È falso ciò che sulP autorità del Panvinio e degli Assemani ho asserito, che il Gianderoni vivesse solo fino al e «he dopo la morte di esso il pontefice togliesse agli Agostiniani il privilegio di avere le tre cariche di bibliotecario, di sagrista e di confessore, il