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PRIMO 213 filelfo si duole (l. 26, ep. ad Leodris. Cribell.) che molti de’ codici da Niccolò acquistati, per colpa de’ successori e per le vicende de’ tempi si eran perduti.

XVIII. La gloria di condurre ad effetto le grandi idee di Niccolò era riserbata al pontefice Sisto IV. Questi, come raccontano i due già accennati autori del Catalogo della biblioteca Vaticana, non solo più altri libri raccolse da ogni parte del mondo, ma fattili disporre in luogo e in ordine opportuno, aprì a vantaggio del pubblico la Vaticana biblioteca, affidonne la cura a dottissimi uomini, e le assegnò annue rendite così per l’acquisto di nuovi libri, come per lo stipendio di que’ che ad essa soprantendevano; degno perciò, che nelle pitture, onde fu adornata la nuova fabbrica della biblioteca Vaticana, fatta per opera di Sisto V, si ponesse ancora il suo ritratto colla seguente iscrizione: Sixtus PP. IV Bibliothecam / aticanam veteribus Codicibus ex omni Europa advectis locupletati Platinam Praefectum instituit (Assem. l. c. p. 42); e che Ermolao Bertolo a lui scrivendo , come abbiamo veduto nel capo secondo di questo libro, per ciò principalmente lo esaltasse con somme lodi, perchè avea a comune utilità renduta pubblica la biblioteca Vaticana. Egli, come si è or ora ne fa Gasparo veronese presso 1* abate Marini (Degli Archiatri pontif. I. 1, p. 179).* Novi ego , quod inorimi codi rum Idfgissimus sernper fnit, alienorwn vero verecundissimus postulator, nccnon suo rum ulti-- comtnodii/orum lenti*sitnus repelitor. Ea erat animi hujus Domini vtrccundia atipie modestia.