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PRIMO 187 latini.... Intervenne più volte a Maestro Tomjjui.vo , «o/i avendo denari, comprar libri a credenza , e per pagare scrittori o miniatori gli accattava tanto che poi poteva soperire. Qual maraviglia che un tal uomo, fatto poscia ponti lìce. profondesse tanti tesori nel formare la biblioteca Vaticana , come fra poco vedremo! Vili. Tutto ciò che finora abbiam detto, appartiene alla prima metà del secolo xv, di cui ragioniamo, che fu il tempo nel quale lo scoprimento de’ codici era f oggetto a cui principalmente volgeansi tutti gli uomini dotti. La stampa, che poi s’introdusse, diede occasione ad altre nuove ricerche , affine di pubblicare con essa ciò che prima si rimaneva nascosto; e nel trattare di essa, vedremo l’uso che si faceva de’ manoscritti, e la gara degli editori nel procacciarseli. Le molte biblioteche che in questo secolo si raccolsero, come diremo or ora, furono esse ancora cagione che si scoprissero molti libri finallora non conosciuti; perciocchè a formarle si spediron ne’ più lontani paesi uomini eruditi a ricercare ogni angolo , e a disotterrare ogni pagina che vi si trovasse sepolta. E dalla Germania.singolarmente si ebbero non pochi codici. Taddeo Ugoletti, di cui ragioneremo parlando della biblioteca del re Mattia Corvino, recò seco dalla Germania le Egloghe di Calpurnio e di Nemesiano. Di (quelle però di Calpurino avea già avuta qualche parte il soprammentovato Poggio, come pur qualche frammento del Satirico di Petronio a lui inviato da Colonia; intorno a che veggasi il più volte citato chiarissimo