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182 LIBRO delle opere rettorichc di Cicerone. Ma il codice era sì antico, che niuno in Milano potea giungere a rilevarne il carattere. Un certo Cosimo da Cremona, giovane di grande ingegno, fu il primo a copiare i tre libri dell Oratore; e io, dice il Flavio , essendo allora in Milano ancor giovane per trattare gli affari della mia patria. trascrissi prima tf ogni altro con gran premura e prestezza il libro de’ ceU bri Oratori; il quale mandato prima a Guarino in Verona, poscia a Leonardo Giustiniani in Venezia, l’Italia in poco tempo ne ebbe moltissimi esemplari. Il co. Mazzucchelli, appoggialo all' autotori tk del Volterrano e di alcuni altri scrittori, dà al Barzizza la gloria Scritt. ital. t. 2, par. 1, p. 500) di aver letto prima di ogni altro quel codice, in cui non dice che altro si contenesse fuorchè i tre libri dell’Oratore. Ma la testimonianza del Flavio , che allora era in Milano , è superiore a quella di tutti gli altri, che oltre l’essere lontani furono anche posteriori di tempo. E circa il medesimo tempo dee riferirsi il ritrovamento della opera di Salviano intorno alla Divina Provvidenza, fatto in Allemagna da Gregorio Con at o, di cui ragiona egli stesso in una sua lettera (Martene, Collect. ampli ss. t. 3 , p. 838). \ I. Il sopracitato ab. Mehus parla ancor lungamente (l. cit. p. 40, ec.) dello scoprimento delle dodici Commedie di Plauto finallora non conosciute , perciocchè otto solo se ne aveano. La notizia però del codice che in Allemagna se ne conservava, dovettesi a Niccolò da Treviri, da una cui lettera il Poggio e il Niccoli