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PRIMO I77 come ne1 più rozzi secoli si pensava delle Reliquie de’ Santi, cioè che l’involarle, lungi dall’esser furto , fosse anzi opera da sperarne merito e mercede. Una lettera però d’Ambrogio camaldolese al Giustiniani (16, ep. 28) ci dà motivo di sospettare che la colpa fosse in gran parte del Filelfo, poichè da essa veggiamo che Leonardo dolevasi che quegli dopo avergli promesso in dono alcune opere di Plutarco, non solo non volesse attener la promessa , ma negasse ancora di vendergliele a giusto prezzo. Ma assai più aspramente si rivolse il Filelfo a cagion de’ suoi libri contro l’Aurispa. Questi affermava di aver da lui avuto in dono un Macrobio e un Dione, e il Filelfo gli rispose che convien dire che vecchio, coni’ è, sia privo ormai di memoria (l. 2 , ep. 5), e eh’ ci 11011 ha fatto che prestargli quei libri per qualche tempo. Questa contesa il riempiè di mal umore contro l’Aurispa, di cui prima era grande amico, e, Tu sei celebre, gli scrive (l.3, ep. 37), nel trafficare i libri, e meglio sarebbe il leggerli Che giova il comprar oggi de’ libri per venderli domani, e non leggerli mai? e altrove (l. 5, ep. 8): Niuno è più facile di te nel ricevere , ni un più avaro nel dare Tu sei al certo una bottega di libri; ma da cotesta tua bottega non esce mai alcun libro se non per denaro.... Ti ho chiesto uno Strabone per farlo copiare; e tu mi hai date sole parole. Or tu mi chiedi Sesto Empirico pel medesimo fine; e io ti compiaccio , ma a patto che non /’immagini eli io te ne faccia un dono. Di somiglianti espressioni piene sono più altre TWboschi, Voi. VII. 12