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158 ’ LIBRO questo dotto scrittore, in cui dice ch’egli avea fin da tredici anni addietro , cioè nel i/|(x) , conosciuto il Platina, mentre amendue insieme frequentavano l’accademia del Cardinal Bessarione , presso cui slava all or 1 Almadiano, e che quegli era uno de’ più eloquenti nel disputare delle belle arti, con piacer sommo di quel dottissimo cardinale. Così la casa del Cardinal Bessarione era una fiorentissima adunanza de’ più dotti uomini che allor vivessero in Roma, e noi vedremo altrove i copiosi frutti eli ella produsse, nelP opere non sol del medesimo cardinale, ma di molti ancor di coloro che con lui conviveano , e ne frequentavano l’erudita conversazione.

XXIII. Le tre adunanze delle quali abbiam finor ragionato, avean preso a lor fine principalmente gli studj della filosofia. Un’altra che non molto appresso formossi in Roma , diedesi a coltivare sopra ogni altra cosa l’amena letteratura. Autore e capo ne fu Giulio Pomponio Leto, di cui parleremo più a lungo, ove tratterem dello studio delle antichità, nel quale egli più si distinse. Bartolommeo Platina , Filippo Buonaccorsi più conosciuto sotto il nome di Callimaco Asperiente, e più altri eruditi unitisi a Pomponio si radunavano sovente insieme, e prendevano a oggetto de’ loro discorsi le antichità romane che allor si andavano disotterrando , le lingue greca e latina , le opere degli antichi scrittori, e talvolta ancora qualche quistion filosofica. Per accendersi vicendevolmente a richiamare quanto più fosse possibile l’eleganza de’ primi classici autori, travolgevano il