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122 LIBRO sperienza che due università sì vicine l’una all’altra non poteano sostenersi, e che Pisa era a tal fine assai più opportuna che non Firenze, a quella rivolsero tutte le loro cure con quel felice successo che or ora vedremo. Ma prima ci convien vedere qual fosse lo stato dell’università di Firenze, prima che quella di Pisa si rialzasse. Avea essa avute nel secolo precedente, come a suo luogo si è detto, varie vicende, or popolosa, or deserta, or sostenuta dai magistrati, or da essi negletta. In quale stato ella fosse ne’ primi anni di questo secolo, non trovo monumento che cel dimostri. I professori però, che in essa insegnarono al fine del seeolo xiv, e al principio del xv, de’ quali abbiam ragionato nel quinto tomo, e il vedere ad essa chiamati verso questo tempo medesimo Guarino da Verona e Giovanni Aurispa, i più dotti gramatici che allor vivessero , ci pruova abbastanza ch’essa allora fioriva, e che poteva gareggiare colle università più famose. Ma assai maggior ornamento ricevette nel 1.^28 per opera di Palla Strozzi cittadin fiorentino, e uno de’ più benemeriti della letteratura di questo secolo. Udiamone il racconto colle stesse parole di Vespasiano da Firenze, che ne scrisse la Vita, quali si arrecano dall’ab. Mehus (prae.fi ad Vit. Ambr. camald. p. 19): Avendosi a riformare lo studio a Firenze, et conoscendo, che Messer Palla fussi affezionato alle lettere, fu fatto degli Uffiziali dello studio , affine che riformassi, et che in Firenze si facessi un degnissimo Istudio. Ordinò Messer Palla de’ più degni Istudi fussino stati già è lunghissimo