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PRIMO ()I Egidio da Viterbo, dice (ib. p. 885) eh ei fu liberalissimo verso gli uomini dotti, e che soleva dire che non solo doveasi amare le lor dottrina, ma doveasene ancora temer lo sdegno, poichè non è sì agevole l’offendergli impunemente. Vedremo in fatti che molti fra coloro che erano allora per la loro erudizione più rinomati, ei volle in sua corte, e gli onorò dell’impegno di suoi segretarj, e vedremo ancora che a lui si dovette il risorgimento dell’uni versili» romana, tentato già invano da Innocenzo VII. Oltre di che, se altro non avesse egli fatto che sollevare all1 onor della porpora il dottissimo Cardinal Bessarione, avrebbe con ciò solo recato gran vantaggio alle scienze, come sai a palese da ciò che, parlando di questo gran cardinale, dovrem riferire.

XXVII. Ma niuno tra’ romani pontefici andò tant’oltre nell1 avvivare gli studj, e nel rimunerar largamente i loro coltivatori , quanto il pontefice Niccolò V. Dovea egli alle lettere tutta la sua elevazione. Perciocché, nato da poveri genitori , coll indefesso studio ottenne quel nome da cui fu poscia portato alle dignità più sublimi. Molti ne hanno scritta la Vita , e fra essi più recentemente e più diligentemente di tutti monsig. Domenico Giorgi (Ro/n. 1742 ì*1 4 ’)• Ei diceasi da Sarzana, la qual denominazione sembra indicarne la patria, benchè alcuni pretendono eli’ egli nascesse in Pisa (a). Non è ben certo ancora di qual ! (n) 11 sii», aliate Marini li a prodotti più documenti ed altre probabili congetture a provare che Niccolò V era