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PRIMO 87 marchese di Ferrara; onorato in patria della cariche di consigliere , di savio, e finalmente di procuratore di S. Marco, morì in Venezia in età di circa 56 anni, l’anno 1454. Un uomo occupato sempre in tanti e si diversi e sì gravi affari pareva clic a tul11 altro rivolger potesse il pensiero, che a coltivare le lettere. E tanto nondimeno le coltivò, che pareva quasi che di esse sole si occupasse. Ne fanno fede le molte orazioni da lui recitate in diverse occasioni, che si hanno in varj libri alle stampe, scritte con quella maggior eleganza che a quell1 età poteva aspettarsi 5 i due pregiatissimi libri De re uxoria più volte stampati, e tradotti ancora in francese, opera piena di erudizione e di egregie massime) due Vite di Plutarco, cioè quelle di Aristide e di Catone il vecchio, da lui recate in latino, e la Storia dell1 assedio di Brescia scritta sotto nome di Evangelista Manelino o Manelmo, che da molti credesi opera dello stesso Barbaro) le molte lettere da lui scritte, altre riguardanti i pubblici affari. altre su varj punti di erudizione, oltre altre opere, delle quali si può vedere più esatta notizia presso i tre mentovati scrittori. Ma ciò che più lodar dobbiamo nel Barbaro, si è l’impegno con cui egli continuamente si adoperò nel protegger le scienze e gli uomini eruditi. Noi il veggiamo in commercio co’ più dotti uomini di quella età, col Poggio, con Ambrogio Camaldolese, con Antonio Panormita, col Cardinal Bessarione, con Francesco Filelfo, con Giovanni Aurispa, trattar con essi della scoperta e delf acquisto e dell1 emendazione di antichi codici. Fra I