Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/55

sr.c ormo 55t> nc trovo menzione che all1 anno 1384 cu* si dice (t. 2) P* 3c)8) ch’egli era professore di Diritto civile collo stipendio annuale di 100 lire, stipendio scarso per uno che fin dal 1358 avesse cominciato a tenere scuola Nel 1387 il troviamo nel Consiglio de’ 600 fra quelli della Tribù di Porta ravignana (ib. p. 41#)• I*1 Bologna era parimente l’an 1400 in cui interpretava il Decreto di Graziano (ib. p. 514) > vi era nel dicembre del 1401 in cui scrisse un Consiglio (ConsiL 7), e vi era ancora al principio dell’anno 1402 ib. p. 4!^)* H Borsetti, con troppo incerta espressione, ci dice (Hist firrariens. Gj nm. t 2 , p. 9) clT ei fu inoltre professore in Ferrara, sotto il marchnse Alberto fondatore di quella università, nel e sotto il marchese Niccolò che gli succedette due anni appresso. Ma ai tempi del primo io non trovo alcun indicio che Antonio fosse chiamato a Ferrara. Ben vi fu chiamato insieme coll’Ancarano nell’ottobre dell’anno 1402, quando quella università dal marchese Niccolò fu rinnovata, come poc’anzi si è detto, e vi era ancora a’ 18 di gennajo dell’anno seguente, in cui si vede segnato un suo Consiglio consil 24), ma non molto appresso perduto avendo per morte F unico suo figliuolo, fe’ ritorno a Bologna. Così afferma il Panciroli , citando un passo di Antonio (ConsiL 46), in cui però io non ho trovato ciò ch’ei ne narra. In una recente iscrizione posta in Budrio sotto un busto di marmo fatto in onore di Antonio (la cui testa però pretendono alcuni (V. Jac. Guarini Suppl. ad Hist Borsetti part. 2, p. 9; et Borsetti Respons.