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9<S4 libro con due sonetti (par. 1 , son. 56, 57), in premio di un ritratto fattogli della sua Laura. Di lui ancora ragionano il Vasari (l. cit. p. ec.) e il Baldinucci (t 2, p. 5, ec.), e ne ha parlato anche F ah. de Sade (Meni, pour la vie de Petr. t. 1, p. 397 , et not. 12). Egli, nato, come pruova il Baldinucci, alquanti anni prima del 1280, ebbe a padre Martino, cui gli scrittori fiorentini vogliono comunemente che fosse della famiglia de’ Memmi. Ma l’Ugurgieri (Pompe san. par. 2 , tit. 33), seguito dall’ab. de Sade, sostiene, e parmi a ragione, che non sia abbastanza fondata questa opinione, e che essa sia nata sol da un equivoco 5 il che non vale la pena di disputarne. Discepolo prima e poi compagno di Giotto, dopo aver date più pruove della sua eccellenza in dipingere così in Siena, come in Firenze, fu chiamato alla corte del pontefice Benedetto XII in Avignone , ove ei morì l’an 1344 come afferma l’Ugurgieri citandone in pruova il Necrologio di S. Domenico di Siena , in cui se ne ha questa memoria: Magister Simon Martini Pictor mortuus est in Curia, cujus exequia fecimus in Conventu die 4 mensis Augusti 1344* Non si ha notizia che egli fosse ancora scultore. Nondimeno due tavolette di marmo, che si conservano in Firenze, in una delle quali è scolpito il ritratto di Laura, nell’altra quel del Petrarca colf iscrizione: Simon de Senis me fecit sub anno MCCCXLIII, sembrano persuaderci che anche in quest’arte Simone si esercitasse. Intorno a ciò assai lungamente, e forse più ancora che non bisognava, ha parlato l’ab. de Sade, e io