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TERZO 98I muro. Fu Giotto , oltre alla pittura , uomo di gran consiglio, e conobbe V uso di molte cose. Ebbe ancora piena notizia delle Storie. Fu eziandio emulatore grandissimo della Poesia , e della fama piuttosto che del guadagno seguitatore. Le quali cose più stesamente ancora si veggon narrate nell’originale latino pubblicato dall1 ab. Mehus Vita Ambr. camald. p i64)* il quale vi ha aggiunto un simile elogio fattone da Domenico d1 Arezzo. Di lui assai più lungamente ragiona il Vasari (Vite de’ Pitt. t. 1 , p. 302, ec.), e più lungamente non meno che più esattamente il Baldinucci (Notiz. de* ProJèss.y ec., t. 1 , p;. 107, ec.); e non fa bisogno perciò, ch’io mi arresti o a ripetere, o a compendiare ciò ch’essi narrano. Solo ne accennerò poche cose, onde aver qualche idea di sì famoso pittore. Giotto, figliuol di Bondone semplice contadino di Colle nel contado di Vespignano presso Firenze, nacque, secondo il Vasari, l’anno 1276. Il Baldinucci arreca forti ragioni a provare che il nascimento di Giotto deesi anticipar di più anni; ma poscia sembra che per altri assai men forti argomenti venga egli pure nell’opinion del Vasari. Checchè sia di ciò, Giotto nel pascolar le pecore cominciò a disegnar sul terreno, e scorto in quell’atto da Cimabue, questi ammirò il talento del giovane pecoraio, e condottol seco a Firenze, il venne istruendo nella pittura. Diedesi Giotto, dice il Baldinucci, le cui parole io qui riporto per offrire a chi legge il carattere eli’ egli fa delle pitture di Giotto, con la direzione di tal Maestro fervorosamente a studiare, e in bivw Thiaboschi, Voi. VL 3u