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976 LIBRO V. Per riguardo però a quest’arte, abbiamo la testimonianza di Francesco Petrarca che degli scultori di questa età ci dà non troppo fav ore voi giudizio. Due egregi pittori, dice egli (F’amil. /• 5, ep. 17), benchè di poco leggiadro aspetto , io ho conosciuti; Giotto cittadin fiorentino, di cui grande è la fama tra’ moderni pittori, e Simone da Siena. Ho conosciuti ancora alcuni scultori, ma di minor grido; perciocchè in questo genere questo nostro secolo cede assai a’ passati. E altrove (De Remed. utr. fortun. l. 1 , dial 41). Questa nostra età vanta di aver ritrovata, o, ciò che è quasi lo stesso, di aver migliorata e perfezionata la pittura; ma è certo che nella scultura, e in ogni genere di statue e di vasi, ella non può negare di essere molta inferiore alle altre. E veramente scarso è il numero degli scultori di questo secolo, che troviam presso il Vasari. Perciocchè altri non veggiam nominati che Giotto, di cui direm tra i pittori, Agostino ed Agnolo sanesi, Andrea Orgagna e Andrea da Pisa. Di questo solo, che fu per avventura il più celebre di questa età, direm qui brevemente. Andrea figliuol di Ugolino di Nino, come ei vieu novembre del 1*41, e vi si accennano i patti, clic erano già stali fatti per tai lavori, U*a?l soprastante alla fabbrica di S. Geminiano c /tnsvImum de Campilione Episcopatus Cumani; e nuovi patti ora si fanno con Arrigo fìgliuol di Otacio fìgliuol di Anselmo. Or l’Arrigo da Campione , che lavorò al pulpito e alla torre 1 anno è probabile che fosse figlio di un figlio dell’altro Arrigo che vivea nel i2/j{; e abbiam perciò cinque generazioni di questa famiglia impiegata al servigio di questa cattedrale.