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I 966 unno XIII. Di eloquenza oratoria questo secolo ancora ci porge assai scarsi, nè troppo felici modelli. Le Orazioni da Albertino Mussato inserite nella sua Storia, la Invettiva del Petrarca, e alcune sue lettere che meglio dovrebbon dirsi orazioni, e alcune altre cose di tal natura, che trov iamo negli scrittori di questa età, benchè abbiano una forza e un’energia maggiore assai di quella degli scrittori di lle età precedenti, e sembrino per questa parte seguii* no 1 troppo da lungi gli autori classici e originali, son nondimeno troppo da essi lontane nell’eleganza e nella precision dello stile. I sermoni latini di argomento sacro, che abbiamo di questi tempi, son somiglianti’ a quelli de’ quali altrove si è detto, cioè tessuti di passi della sacra Scrittura e de’ SS. Padri, e misti di riflessioni ascetiche , allegoriche, mistiche , per lo più senz’ordine e metodo, e senza eloquenza di sorta alcuna. Di prediche in lingua italiana non abbiamo alle stampe, che quelle di f Giordano da Rivalta pisano domenicano, da lui dette al principio di questo secolo, come da’ titoli delle stesse prediche si raccoglie. Egli morì in Piacenza nel 1311 , ove era stato chiamato da Amerigo general del suo Ordine , per inviarlo professor di teologia a Parigi. Il signor Manni ne ha pubblicate le Prediche , e ad esse ha premesse le poche notizie che della vita di lui ci sono rimaste. Ne parlano ancora i PP. Quetif ed Echard (Script Ord. Praed. t 1, p. 512, 513), i quali però hanno, ma senza ragion bastevole, dubitato che due Giordani si dovessero ammettere, uno detto da Rivalta, l’altro da Pisa. Or