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1)6° LIBRO lettura di Dante. A lui scrisse quel Francesco sopraunoniato Organista, da noi già mentovato , un suo poemetto latino in lode del famoso Occamo, e nel titolo di esso così lo portò nuove doglianze al Consiglio, perchè , quando egli era venuto in Udine, gli era stato promesso che avrebbe avuto gran numero di scolari, dai quali avrebbe raccolto un ampio stipendio; che la faccenda andava molto diversamente; e che perciò ei non voleva continuar nell’impiego, se non gli veniva assegnato un onorevole e (fisso stipendio. Il Pubblico, a cui premeva il trattenere un sì valente professore, di buon animo determinò , attenta ejus plurima virtute et prò fumi itale famose sue scienti e, che gli si dovesser pagare ogni anno ottantaquattro ducati. Egli era ancora in Udine nel 1392, e pare che in quell’anno avesse risoluto di andarsene, ma che poi cambiato pensiero vi si trattenesse; perciocchè nei registri delle pubbliche spese, sotto i i* di aprile del detto anno, oltre gli ottantaquattro ducati , si trova che un altro ducato d’oro gli fu pagato causa faciendi reducere libros suos , quos miserat Aquilejam occasione recedendi. Ma poscia dovette egli in quell’anno stesso partir veramente; perciocchè troviamo altri maestri ad esso sostituiti. Sì onorevol memoria nondimeno rimase in Udine di Giovanni, che l’anno 1402, il primo di decembre, un’altra volta determinossi nel pubblico Consiglio di nuovamente invitarlo. Ma convien dire che egli non accettasse l’invito, poichè non trovasene alcun altro indicio. Giovanni dunque partito da Udine dopo il 1392, dovette passare a Firenze, ed ivi trattenersi tutti quegli anni ne’ quali abbiam veduto cb’egli ivi fu professore. Par dunque indubitabile che due Giovanni da Ravenna si debbano ammettere , un de’ quali la sua vita impiegasse nel tenere scuola di belle lettere , l’altro la passasse quasi interamente al servigio de’ Carraresi. E a me sembra assai più difficile V unire in un sol personaggio le cose che dell’uno e dell’altro si pruovano con autentici documenti, che lo scioglier le difficoltà che s* incontrano nel distinguerli *>.