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TERZO 935 stato già ripetitore e discepolo del detto Giovanni Buonandrea, il quale sì onoratamente si portò j che mantenne in piedi con glorioso grido lo studio della detta Rettorica, e fece maraviglioso proposito. Egli leggeva Tullio due volte l anno, cominciando dopo la festa di S. Luca, ed il finiva alla Pasqua di Risurrezione. E dopo la detta festa di nuovo principiava di leggere il detto libro, e gli dava fine a S. Michele di Settembre. Leggeva parimenti due volte l anno V arte del formare i Latini e l’Epistole (opera dal detto Giovanni composta) cominciando a Quaresima, dando nell’istesso tempo e Latini ed Epistole, e finendo innanzi Pasqua. Di maniera che tanto i Latini come anche i Volgari erano dai Discepoli a pieno intesi. La qual lettura fu assegnata di leggerla sopra il Palazzo de’ Notari, dandogli il salario parte al Natale, e l altra parte a Pasqua. Questo passo ho io qui voluto riportare distesamente, perchè ci spiega il metodo che da’ professori di rettorica allor si traeva. La lettura di Tullio, che qui si accenna , era , a mio credere , la spiegazione de’ libri ad Erennio a lui attribuiti, ovver di que’ de Inventione, poichè i libri de Oratore appena erano allor conosciuti. Tre anni dopo l’elezione di Bartolino all’impiego di professor di rettorica, ad istanza degli scolari, che lo aveano in altissima stima , fu in essa confermato, come si ha negli atti pubblici citati dal Ghirardacci (ib. p. 49). Di lui troviam menzione anche all’anno 1321 (ib. p. 83), benchè ivi per errore ei chiamisi col nome dei padre , non Bartolino , ma Benincasa. Ma dopo