Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
SECONDO 545 p 1 \S) da lui scritta a tal fine. Nell1 anno stesso ei fu spedito da Taddeo derPopoli ambasciadore a Milano a condolersi con Lucchino e con Giovanni Visconti della morte di Azzo loro nipote (ib. p. 149J Script Rcr. ital. I cit.).L anno i3 j7 intervenne al gran consiglio tenuto in Bologna per dare la signoria di quelle città a Giacomo e Giovanni figliuoli del defunto Taddeo (Ghirard. p. i8<>)* NelP antica Cronaca italiana se ne racconta la morte all’anno 1356 (Script. rer. ital. l cit p. 443), con questo breve elogio: Del mese di Febbraio morì Messer Paolo dei Liazari Dottore in Decretale , e si disse , eli era de’ più Savi, che si trovasse al mondo. Il Panciroli accenna generalmente più opere da lui scritte. Abbiamo alle stampe i Comenti da lui fatti alle Decretali , oltre qualche opera manoscritta, di che veggasi il Fabricio Bibl med. et inf. Latin, t. 5, p. 216) e PArgelati (l. cit). XII. Quella gloria che il Liazari recò al suo maestro Giovanni d’Andrea, fu a lui renduta, e forse ancora in più alto grado, da un suo scolaro, cioè da Giovanni da Legnano, così detto da un luogo di questo nome della diocesi di Milano, e solo per privilegio fatto cittadin bolognese , come or ora vedremo. L’Ali dosi (Dott. bologn. di leg. p. \o.\), e dopo lui l’Argelati (Bibl. Script, med. t 2, pars 1, p. 795) citando Giovanni Sitoni , il dicon figlio di Conte di Oldrendi. Il Panciroli, allegando l’autorità di giureconsulti posteriori di un secolo al Legnano, afferma (c. 25) che tardi egli si volse alla giurisprudenza, e solo dopo aver coltivate per lungo tempo la filosofia e le nelle lettere. Io non saprei