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TERZO 9l3 stampe, trattine i pochi saggi che ce ne ha dato il sopraddetto Mehus (l. cit; et Vita Ambr. camald. p. 207). Di più altri poeti di questo secol medesimo si trovan dei versi in molte biblioteche, e in (quelle di Firenze singolarmente. Ma non giova, come abbiam più volte avvertito, il trattenersi in ricercare i nomi di tutti quelli de’ quali finalmente nulF altro potremmo dire, se non che fecer dei versi. Concludiam dunque la serie de’ poeti latini di questa età col parlare di uno di cui fu grande la fama , e a cui veggiamo profusi elogi nulla minori, benchè a mio parere con non uguale ragione, che al Petrarca; cioè di Lino Coluccio Pietro Salutato, di cui già più volte abbiam! fatta menzione, e di cui dobbiamo ora ricercare più esattamente le più accertate notizie. XIX. Tre antichi e contemporanei autori ne hanno scritto la Vita, o a dir meglio l’elogio, in cui perciò ritroviam lodi più che notizie. Il primo è Filippo Villani, il cui originale latino solo in picciola parte è stato pubblicato clalP ab. Mehtis (Vita Ambr. camald. p. 286); ma ne abbiamo intera la traduzione italiana data alla luce prima dallo stesso ab. Mehus (Firenze 1748 in 8.°), poscia dal co. Mazzucchelli (Vite d ili. Fiorent. di FiL Vil. p. 20). Domenico di Bandino d’Arezzo, in due passi della sua grand’opera inedita intitolata Fons rerum Memorabilium , ne ha fatto un magnifico elogio; e questi due passi, insieme colla Vita di Coluccio scritta da Giannozzo Manetti, sono usciti alla luce per opera del soprallodato abate Mehus (Vita Ambr. camald. p. 286, 287, ec.),