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912 LIBRO composte, di endecasillabi non già; e di questi ancora, che diconsi trovati dall’Allegretti, non sappiam che sia avvenuto. Quando ei morisse, non si può accertare’ . Certo ei morì prima di Coluccio Salutato che finì di vivere fami A 406; perciocché egli nella sopraccitata lettera ne parla come d’uomo già trapassato. XVIII. Un codice della biblioteca Riccardiana in Firenze ci dà notizia di due altri poeti che al fine di questo secolo erano segretarj, uno del Cardinal Pietro Corsini, l’altro del Cardinal Jacopo degli Orsini. Il primo è maestro Jacopo da Figline, il secondo Giovanni Moccia da Napoli. Del primo trovansi, nel mentovato codice, tre poesie latine indirizzate al secondo, di cui esalta con somme lodi il valore poetico, chiamandolo or uomo celebre, or insigne alunno di Calliope. Di lui avea pur grande stima Coluccio Salutato il quale, in una sua lettera inedita che conservasi nella medesima biblioteca, lo chiama uomo di acutissimo ingegno , di singolare memoria, di soavissimo stile. Alcuni versi di questo sì lodato poeta leggonsi nel codice poc’anzi accennato, scritti a un certo Pietro di Buonuomo d’Anversa. L’ab. Mehus , a cui siam debitori di tutte queste notizie, afferma (Vita di Lapo da Castigl. p. 41) che Giovanni fu alla corte pontificia in Avignone, che con essa fece ritorno in Italia, e che poscia si ritirò a Napoli sua patria; e che oltre i citati versi egli aveane veduto un buon panegirico in versi fatto in lode di Coluccio. Ma nè di lui, nè di Jacopo da Figline non abbiamo altra notizia, nè alcuna cosa di loro si ha alle