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892 libro recarle soccorso nelle calamità da cui ritrovasi oppressa. L’autor non si nomina, ma ei si dice natio di Prato, professore e poeta, i quai titoli , aggiunti alle circostanze del tempo, gli fanno congetturare, e parmi con assai probabile fondamento, che l’autor ne sia Convenevole. E veramente i saggi eli’ egli ne reca , ci mostrano un mediocre poeta, quale, per testimonianza del Petrarca e del Villani, era questo maestro. X. Noi abbiamo dunque già tre poeti che in questo secolo, prima del Petrarca , furono coronati d’alloro, Bonattino da Bergamo, Albertino Mussato e Convenevole da Prato. Ma come niun di essi uguagliò nel poetare latinamente il merito del Petrarca, così niuno più solennemente di lui ricevè quest’onore. Gli altri lo ebbero nella città in cui soggiornavano. Il Petrarca , invitato a riceverlo in Parigi e in Roma, ne fu onorato in Roma nel Campidoglio, con quella splendida magnificenza che abbiamo a suo luogo accennata. Ma qui dobbiamo trattenerci per poco a esaminare quai sieno le poesie che gli ottennero onor sì grande. Già abbiam detto ch’ei ne fu debitore singolarmente alla sua Africa. Ella non era allora che cominciata; e il Petrarca continuolla poscia nel soggiorno che fece a Parma, dopo la sua coronazione, e talmente vi s’innoltrò, che egli stesso ne parla come di poema finito ep. ad poster.). Nondimeno è certo eli’ ei non considerollo giammai come cosa compita, e in una lettera che già vecchio scrisse al Boccaccio (Senil. l. 2, ep. 1), parlando di esso, dice: Africa mea,