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8^8 LIBRO non avesse unito allo studio della poesia quel delle leggi. Racconta quindi che per una improvvisa necessità di difender tosto un amico, accorso essendo nell1 abito domestico, in cui si trovava, al tribunale, il giudice dapprima non conoscendolo se ne fece beffe; ma uditane poi l’eloquenza, e chiedendo a’ circostanti, mentr ei partiva,, chi fosse colui, seppe ch’egli era Lovato , di cui, dice il Petrarca, era allor chiara la fama non solo in Padova, ma per tutta l’Italia. Nelle edizioni dell’Opere del Petrarca, a questo passo, invece di Lovatus si legge Donatus y e perciò alcuni han fatto un certo Donato da Padova legista e poeta. Ma l’ab. Mehus ha avvertito l’errore (Vita Ambr. camald.. p. 232), e coll’autorità de’ migliori codici l’ha emendato. Ma ove troverem noi sicure notizie intorno alla vita di questo poeta e giureconsulto? Appena si crederebbe, se non fosse sotto gli occhi d’ognuno la diversità d’opinioni che v’ha intorno a lui tra gli scrittori padovani. Il Portenari citando lo Scardeone, dice (Felic. di Pad. p. 267) che fu dottore di legge, cavaliere, poeta ed avvocato; e che morì l’anno 1292 in Vicenza, mentre era vi podestà. IlPapadopoli (Hist Grmn. patav. t. 2, p. 12) lo dice morto solo l’anno 1399; e narra ch’egli co’ pungenti suoi motti avendo irritato Jacopo da Carrara signor di Padova, fu da lui esiliato a Chiozza, e poi a preghiere di molti amici richiamato in patria. Il Facciolati il fa uomo d’autorità l’anno 1254, perciocchè narra (Fasti Gymn, patav par. 1 , p. 7) ch’essendosi in quell’anno scoperto il sepolcro di un soldato, ei persuase a’ suoi concittadini