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TERZO 85i) Poetis multa praeclara moralia et notabilia , et ipsi sibi. Et etiam fuit probissimus miles, re. Iu«un codice di questa Biblioteca Estense scritto nel 1447 leggonsi parecchie Rime di Lancellotto, e fra le altre un sonetto in risposta al già mentovato Antonio da Ferrara, e un sonetto pure ne ha pubblicato dopo altri il Crescimbeni (Comm. t 3, p. 113), e ne fa menzione anche il Quadrio (t. 2 , p. 170)* LI. Molti altri poeti potrei qui annoverare , de’ quali, poichè trovasi qualche poesia indi-r rizzata al Petrarca, si può congetturare chec gli fossero amici, e di cui, oltre ciò che ne hanno scritto nelle Opere loro i più volte citati Crescimbeni e Quadrio, parla ancora il ch. Muratori (Idea della perf. Poes. l. 1 , C. 3). Ma basti f aver detto de’ più illustri, e aggiugniam qui solo il nome di (due che si distinsero fra coloro che ne pianser la morte. Il primo è Zenone Zenoni pistojese, il qual trovavasi in Padova quando vi morì il Petrarca , con cui avea in quegli ultimi anni vissuto. Ei compose un poema diviso in tredici capitoli in terza rima, e intitolato Pietosa Fonte, il quale è stato dato alla luce, e con erudite note illustrato dal ch. dottor Lami (Delic. Erudit. t. 14). Questi vi ha premesse le notizie della Vita di questo poeta, eli1 ebbe per moglie Franceschina Salvetti di Pistoja, e che a questo poema si accinse per ordine di Francesco da Carrara. Egli però si mostra in esso non troppo colto poeta, e ben lontano dall1 eleganza di colui di cui piange la morte. L’altro è Franco Sacchetti, di cui pure abbiamo una canzone in morte