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858 LIBRO chieste per suo sollievo le poesie volgari da lui composte; al che rispondendo il Petrarca, gli dice eli’ esse eran anzi opportune ad accender vie maggiormente, che ad estinguer quel fuoco. Era questi dell’antica e nobil famiglia degli Anguissola, e onorevol menzione sulla scorta delle antiche cronache di Piacenza ne fa l’eruditissimo proposto Poggiali (Stor. di Piac. t.6, p. 259, 271 , ec.), rammentando il valore con cui egli con due suoi fratelli Annibale e Bernardo difesero, finchè fu loro possibile, la loro patria contro Azzo Visconti l’anno 1336, e il trovarsi che ei fece l’anno 1339) alla battaglia di Parabiago; nella qual occasione ei fu fatto cavaliere da Luchino Visconti. Ma bello singolarmente è l’elogio che il medesimo scrittore ne ha tratto (ib. p. 3.j6) dalla Continuazione della Cronaca di Giovanni Musso, ove se ne riferisce la morte all’agosto del 1359, la qual però, coll’autorità dell’iscrizion sepolcrale, egli pruova che avvenne nel primo di settembre del 1364 Decessit, così ivi si dice, in Civitate Paduae D. Lanzalottus de Anguisolis de Placentia Miles filius D. Riccardi, et fuit sepultus in Civitate Paduae in Domo Fratrum Praedicatorum cum maximo honore; ad cujus sepulturam fuerunt xii Magistri in Sacra Theologia ultra Episcopum et Abbates et alios Clericos, qui ad dictam sepulturam fuerunt Et hoc fuit conveniens, quod ad ejus sepulturam fuerint tot et tanti Doctores et sapientes: quia ipse fuit sapientissimus in quibuscumque scientiis, et maxime Poexiae, in qua multum se delectabat, et multories scribebat per rimam aliis