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856 LIBRO Petrarca prima di arrivare a Firenze. Le lettere poc’anzi accennate ci mostrano quanto impaziente fosse il Petrarca di abbracciare Francesco, ch’egli chiama suo congiunto non men di volontà che di nome, e di amore non men che di sangue, e qual fosse il trasporto del suo dolore quando udì che l’infelice, giovane giunto a Savona era ivi morto in età troppo immatura. Vuolsi dunque corregger l’errore del sopraddetto Zilioli , secondo il quale Francesco morì in Avignone in corte del Cardinal Colonna, di cui senza alcun fondamento il fa segretario. Io credo pure che abbiano errato coloro che hanno scritto Francesco aver avuto un figliuolo detto Riccardo, poeta esso pure: perciocchè il Petrarca nomina bensì i fratelli e le sorelle e i genitori di Francesco (Famil. l. 7, ep. 18), ma del figlio non dice motto. Il Quadrio dice ch’ei fu amico di Dante (t 2, p. 180). Ma come mai potè Francesco, morto nel suddetto anno in età giovanile, fiorentissima aetate, come dice il Petrarca, essere amico di uno morto fin dal 13s 1? Lab. de Sade ha avvertito saggiamente questo errore del Quadrio (t 1, p. 435); ma egli ancora ha errato non leggermente (ib. p. 437) 7 credendo che Sennuccio intenda di parlare del nostro Francesco in que’ due suoi versi, pubblicati dopo la Bella Mano di Giusto de’ Conti (p. 165, ed. 1753), in cui dice: Ma prima che tu passi L uni gì una Hit coverai il marchese Frati ce se hi no. Il titolo di marchese non davasi allora che a’