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TERZO 853 cp. 16); c dice che quando era tra loro pareagli di udire i versi di Virgilio; e del Barbato singolarmente afferma ch’egli era un altro Ovidio , e che ben avrebbe meritata la corona d’alloro, ma che per modestia sfuggiva sì grande onore. Con essi l’anno 1343 andò a vedere le delicie di Baie e de’ luoghi circonvicini (Famil. l. 5, ep. 4)- H Barrili era stato destinato ad assistere alla coronazion del Petrarca in nome del re Roberto; ma abbiam veduto per qual motivo ei non potesse trovarvisi con suo gran dispiacere. Ebbe il Petrarca occasione, l’anno 1352, di mostrare al Barrili la sua riconoscenza, perciocchè adoperossi a riconciliarlo insieme col gran siniscalco del Regno Niccolò Acciajoli, con cui erasi inimicato, e ottenne felicemente divedergli riuniti (Mém. pour la vie de Petr. t. 3, p. 218). Io non trovo in qual anno ei morisse, nè veggo chi accenni qualche saggio del suo talento nel (poetare ch’ei ci abbia lasciato. Il Barbato morì l’an 1363 , come raccogliam dalla lettera con cui il Petrarca ne piange la morte (Senil. l 3, ep. 4), e in cui dice ch’egli avealo conosciuto già da ventidue anni addietro. Grande è l’elogio che ivi ne fa il Petrarca, dicendo che uom più dolce, più incorrotto, più schietto, più amante dello studio non era mai stato al mondo; che le lettere erano l’unico piacere di Barbato, uomo nemico della gloria, della ostentazion, della invidia, di vivace ingegno, di dolce stile, di ampia dottrina e di vasta memoria; e che dopo la morte del re Roberto egli avea abbandonata la corte , ed erasi ritirato a vita tranquilla in Sulmona sua patria. Il Toppi afferma Tiraboscui, Voi. VI. 12