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TERZO 85I Non è dunque appoggiato a verun documento questo viaggio di Tommaso (a), e non panni nemmeno che se ne possa con certezza fissar la morte all’anno i34i.Ècerto però, che essendo Tommaso coetaneo del Petrarca, ed essendo morto nel fior degli anni, ella deesi stabilirsi verso questo tempo. Il Petrarca ne pianse la morte con un epigramma che abbiamo tra le sue lettere: Indolis atque animi felicem cernite Thomam , Quem rapuit fati praecipitata dies. Hunc dederat Mundo tellus vicine Peloro,: Abstulit haec eadem munus avara suum, Florentemque nova juvenem virtute repente Succidit misero mors inimica mihi. Anne igitur grates referam pro munere tanto, Carminibus Siculum litus ad astra ferens? Anne gemam potius simul indignerque rapinam? Flebo..Nihil miseris dulcius est gemitu. Famil. L 4 j fp. 4* Onorevol menzione ne ha egli fatta ancora ne’ suoi Trionfi, annoverandolo tra’ poeti: Vidi ’l buon Tomasso Ch’ornò Bologna, ed or Messina impingua O fugace dolcezza! O viver lasso! Chi mi ti tolse sì tosto dinanzi, Senza ’l qual non sapea mover un passo? Tr. d’Amore, c. 4Alcuni scrittori, citati dal Mongitore, parlano di un volume di poesie latine di Tommaso, che si conservava in Messina; e lo stesso (a) Questo viaggio del Caloria a Lombes c stato riconosciuto per insussisteute dallo stesso abate de Sade nella sua Apologia ms.