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TERZO 847 Antonio era già morto nel 1363, come raccogliesi dalla stessa lettera in cui il Petrarca ragiona della canzone che quegli avea composta per lui creduto morto vcnf anni addietro (Senil. L 3, ep. 7). In questa lettera il Petrarca lo chiama uomo di non cattivo, ma volubile ingegno. Il titolo di maestro, che gli veggiam dato, ci pruova ch’egli avea atteso ancora alle più nobili scienze, e si dice di fatto clT egli era medico, filosofo e matematico, nelle quali arti però ei non ci ha lasciato alcun saggio, onde conoscere quanto in essa fosse versato; poichè un trattato del Tremuoto, che il Borsetti dopo altri gli attribuisce, io dubito che possa appartenere a scrittor più recente. Abbiamo bensì alcune altre rime di Antonio in più Raccolte , delle quali veggansi il Crescimbeui (Com. ment t. 2, par. 2, p. 102) e il Quadrio (l. cit). Fra questi evvi un sonetto riportato ancor dal Tassoni nelle sue note al Petrarca (p. 225 ed. moden. 1711), da cui questi sembra che traesse quel suo che comincia: Cesare poi che ’l traditor d’Egitto. Ma forse, come avverte l’abate de Sade (l. cit p. 182), il Petrarca volle solo correggere e migliorare il sonetto d’Antonio. XLVI. Non vi ha forse niuno tra quelli a cui veggiamo indirizzate le lettere famigliari del Petrarca, che abbiane maggior numero di Tommaso Caloria messinese, che talvolta dicesi solo Tommaso da Messina. Questa diversità di nomi ha fatto sospettare ad alcuni, ch’essi fosser due personaggi diversi; e io non so intendere come abbia su ciò il Mongitore potuto contraddire a se stesso nel medesimo articolo in cui