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TERZO 845 altre opere che senza bastevole fondamento gli vengon attribuire, delle edizioni, de’ comenti e di altre somiglianti cose di tal argomento, veggansi i due scrittori già da me allegati, cioè il Manni e il co. Mazzucchelli. A me basta di averne data quella breve idea che alla natura di questa mia storia si conviene. XLV. Più brevemente diremo ora degli altri poeti che il Petrarca ebbe ad amici; e prima di uno che troppo si affrettò a piangerne la morte. Quando il Petrarca fu da Clemente VI mandato a Napoli, l’an 1343, si sparse voce di’ei fosse morto, come egli stesso racconta (Senil. l. 3, ep. 7). Un poeta ferrarese, di nome Antonio# poichè ebbe udita tal nuova, compose una canzone in cui introduce le scienze e le arti a pianger la morte di sì grande uomo. Essa vedesi aggiunta in molte edizioni al) Canzonier del Petrarca, e non ci dà una troppo vantaggiosa idea del valor di questo poeta. Il Petrarca però risposegli con un sonetto (par. 1 , son. 96) poco migliore della canzone. L’abate de Sade afferma (t. 2, p. 181) ch’era già gran tempo che i due poeti erano stretti a vicenda in commercio di poesia, e ne reca in pruova due sonetti dell’uno all’altro (Giunta al Petr. p. 367, 368, ed.Fir. 1748)? poco felici amendue. Ma io non veggo onde si possa raccogliere clic essi fossero scritti prima della mentovata canzone. Sembrano discordare gli scrittori nello stabilire di qual famiglia egli fosse. Il Zeno, in una sua lettera pubblicata fra quelle scritte a monsignor Fontanini (p. 21, ec.), rigetta l’opinion di coloro che il dicono figliuol di un