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538 lìbuo nomina du nom de sa fille la Nouvelle. Crederemo noi a questo racconto?. Tommaso da Piz zano, padre di Cristina, era bolognese ed era in Bologna ai tempi di Giovanni d’Andrea, e perciò! Cristina poteva agevolmente aver ciò risaputa da suo padre medesimo; e non si può perciò negare che l’autorità di essa non sia di molto peso. Nondimeno potrebbe muovere qualche dubbio il non veder narrata tal cosa da alcun ak tro scrittore fino a Leandro Alberti, che pur la racconta (Dcscriz. d’Ital. p. 335), benchè taccia la circostanza del velo con cui ella copriva il volto. Ch’ella fosse moglie di Giovanni Calderini figliuolo adottivo di Giovanni (d’Andrea, come da alcuni si afferma, io non ne trovo documento sicuro, e anche il Panciroli nol riferisce, se non come cosa non bene accertata (a). Ben è certo ch’ei diede in moglie a Giovanni da Sangiorgio (canonista esso pure famoso di questo secolo, di cui rammenta il Fabricio (Bibl med. et inf. Latin, t. 3, p. 33) alcune opere di tale argomento, che si hanno alle stampe) fai tra sua figlia detta Bettina o Elisabetta, la quale avendo accompagnato il marito a Padova, vi morì l’an 1355, e fu sepolta in S. Antonio, Il Tommasini (Inscript patav. p. 409) e il Pan ciroli ed altri ne rapportano Piscrizion sepol crale, e io non so come il Ghirardacci, che pur la reca (t. 2, p. 174)* in vece di leggere, come è presso tutti gli altri, Sepulcrum D. Bela) Il co. Fantuzzi ha dimostrato essere favoloso il matrimonio del Caldcrini con Novella figlia di Giovauui dT Andrea (Scrift. bologn. /. 3, p. i5).