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terzo 837 abbiamo in pruova la lettera con cui egli le dedica la sua Teseide, che è segnata in Napoli a’ 15 d’aprile del 1341 > mentre il Boccaccio contava ventott’anni. Inoltre, nel principio del suo Filocopo, racconta che il re Roberto, avanti che alla Reale eccellentia pervenisse, acceso di amore per una gentilissima giovane dimorante nelle reali case ne ebbe una figlia, cui diè il nome di Maria, e aggiugne poscia ch’egli della presente opera componitore, veduta avendola in Napoli nella chiesa di S. Lorenzo, se ne invaghì. Ma dobbiam noi rimirare le cose che de’ suoi amori ei ci narra, come vera storia, o come finzion poetica? Benchè io vegga la più parte degli scrittori darci per vero l’innamoramento del Boccaccio con una figlia naturale del re Roberto, io confesso però, che non posso sì di leggeri indurmi a entrare nel lor sentimento. E la ragion principale di dubitarne si è il vedere che il Boccaccio nel ragionare della sua Fiammetta è assai poco coerente a se medesimo. Nel passo del Filocopo, da noi poc’anzi citato, dice che il re Roberto s’invaghì della madre della Fiammetta, ossia di Maria, avanti che alla reale eccellentia pervenisse. Al contrario nel Ninfale d’Ameto, ov’egli introduce a parlare la stessa Fiammetta, e ove indica il re Roberto col nome di Mida, e se stesso, come credesi, col nome di Calaone, dice che ciò avvenne quand’egli era stato poco tempo davanti coronato de’ regni (p. 71, ed. Giol. 1558). Nel primo passo la madre della Fiammetta era una giovine zitella che stava in corte, poichè il Boccaccio dice che il re volendo eli se e della giovata; Tirabosciu, Voi. VI. 21