Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo V, parte 2, Classici italiani, 1823, VI.djvu/313

TERZO 817 Tal ni ha in prigion , che non m’apre, nè serra, Nè per suo mi ritien , nè scioglie il laccio y E non m* uccide Amor, e non si sferra, . Nè mi vuol vivo, nè mi trae d’impaccio, ec. Par. I son. 103. Se il Petrarca avesse sempre usato di questo stile, ei sarebbe ben lungi dal poter esser proposto come perfetto modello di poesia. E possiamo però conchiudere che, se egli ha imitati i Provenzali, ciò non è stato che a suo e nostro danno; e che meglio avrebbe fatto a seguir sempre la sua natura medesima, come egli ha fatto in que’ sonetti e in quelle canzoni che sono fra tutte le sue poesie le più pregiate, e nelle quali non si potrà sì agevolmente mostrare che egli abbia tolta cosa alcuna da’ Provenzali (a), (a) L’eruditissimo spagnunlo D. Tommaso Sanchez che ci "ha data di fresco una pregevol Raccolta di Poesie castigliane anteriori al secolo xvi, confessa sinceramente che a lui sembra che Messen Jordi sia stato di età posteriore al Petrarca, e che perciò si debba anzi dire che il Jordi tolse dal Petrarca que’ versi. Le ragioni da lui addotte a prova del suo sentimento si posson veder compendiate in questo Giornale di Modena ((. xxiv, p. 267 , ec.). Questi argomenti però non sembrano al ch. abate Andres abbastanza valevoli per distruggere l’antica opinione (Deli Orig. e Progr. d’ogni Lrt/cr. t. 1 , p. 3ao, ec.). Ne io entrerò all’esame di questo punto, poichè a me poco importa che il Petrarca abbia , o non abbia copiati quei versi. Anzi concederò, se vuolsi, ch’ei gli abbia copiati. Ma che perciò? Dunque perchè in un sì copioso Canzoniere, quale è quel del Petrarca, trovasi un sonetto, o , dicasi ancora, trovansene sei, otto o dodici, ne’ quali ha imitati i Provenzali, ci si vorrà rappresentare questo insigne poeta come debitore ad essi di tutte quasi le sue glorie,