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Si 4 LIBRO (lice inoltre, che se avesse creduto che i suoi versi italiani dovessero avere sì grande applauso, avrebbe cercato di ripulirli vie maggiormente, e di perfezionarne lo stile: S1 io m essi creduto che sì care Fosser le voci de’ so spir miei in rima, Fatte l’avrei del sospirar mio prima In numero più spesse, in stil più rare. Par. 2, son. Certo è però, che il Petrarca era diligentissimo nel rivedere e nel correggere più e più volte le sue poesie, e ne abbiamo in pruova i frammenti originali pubblicati dall’Ubaldini l’an 1642, e poi aggiunti all’edizione del Muratori l’anno 1711, e a quella fatta in Padova dal Cornino l’an 1732 , ne’ quali si veggono le correzioni diverse che il Petrarca faceva a un medesimo verso, e le più maniere con cui egli l’andava cambiando, sinchè avesse trovata quella che più piacevagli. In tal maniera noi abbiamo avuto il Canzoniere di questo immortal poeta, guasto però, com1 io credo, e come abbiamo udito dolersene lui medesimo, in più luoghi da’ copisti ignoranti. Io non prenderò qui nè a rilevarne i pregi, nè a noverarne i difetti. Che nelle poesie del Petrarca s’incontrino non rare volte fredde allusioni, concetti raffinati, pensieri più ingegnosi che giusti, non havvi , a mio credere, uom di buon senso che per se stesso non vegga; e se ne dee incolpare il gusto di que’ tempi introdotto da’ Provenzali, e da’ primi poeti italiani loro imitatori sempre più propagato, di assottigliare e di anotomizzare, per così dire, l’amore, e di seguir poetando