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8o6 ’ LIBRO con piacere. Cosi passò il Petrarca ora nella sua villa, or in Milano, più anni caro a Galeazzo Visconti, con cui andò talvolta a Pavia , poichè questi ne ebbe il dominio j nè io dubito punto che alla fondazione che in questa città fece Galeazzo di una splendida università, non concorresse molto co’ suoi consigli il Petrarca. Alcuni moderni scrittori ci parlano di un’accademia di giovani letterari, che il Petrarca avea formata nella sua villa di Linterno; ma io non ne trovo cenno nè in tante lettere in cui egli ci parla pure sì a lungo delle sue cose, nè in alcun antico scrittore. L’anno 1360 Galeazzo inviollo a Parigi a rallegrarsi col re Giovanni uscito allora dalla cattività che lungamente avea sofferta in Inghilterra, e ritornato al suo regno. Il Petrarca vi fu ricevuto con quegli onori che a un uom sì celebre si doveano , e, compito l’ufficio ingiuntogli, fece ritorno a Milano nel marzo dell’anno seguente. Ivi egli ebbe lettera dall’imperador Carlo IV, con cui invitavalo alla sua corte} ma egli era troppo nimico dello strepito e dell’ambizione per accettarne le offerte. Rispose a Carlo facendogli insieme ringraziamenti e scuse, ma insieme stringendol di nuovo a tornare in Italia per rimediare a’ mali che la travagliavano. L’imperadore era troppo lontano dal pensare a un tal viaggio; ma non perciò offeso dal parlar libero del Petrarca, essendogli, in quest’anno 1361 , nato finalmente un figlio, degnossi di partecipargliene la nuova, e insieme gli inviò in dono una tazza d’oro di superbo lavoro, come raccogliesi dalla lettera di ringraziamento, che il Petrarca gli scrisse,